La birra: solo un valore commerciale?
di Federica Casabene


Di birre ce ne sono tante.

Dal continente americano al Giappone, passando per l'Africa, troviamo un'infinità di birrifici che realizzano i loro prodotti attenendosi ad una vastissima gamma di ricette tradizionali, le cui origini risalgono spesso a tempi antichissimi.

Alcune di esse sono diffuse in vaste aree, a volte imponendosi nel mercato internazionale, mentre altre rispecchiano i gusti e le tradizioni del luogo diventando, come nel caso di Germania e Irlanda, veri e propri simboli della cultura locale.


Tuttavia, quale sia la procedura di fabbricazione, il tipico aroma, ed il suo luogo di provenienza, ogni birra, oggi come secoli fa, nasce dalla passione per questa singolare bevanda ottenuta grazie alla fermentazione di cereali e altri ingredienti essenziali come il luppolo, che ben si sposano con una varietà di aromi accuratamente scelti dai mastri birrai di tutti i tempi e luoghi per rendere unico ogni tipo di birra ed inebriante l’effetto che ognuna di esse ha sul corpo e sullo spirito.


Persino negli Stati Uniti, dove, soprattutto presso i giovani e giovanissimi, il tempo libero fa rima con il consumo di super alcolici, la spumeggiante birra, con il suo tasso alcolico moderato, ma il suo gusto intenso, conserva ancora un posto importante nell’alimentazione tipica di molti statunitensi.



Non è un caso che la birra sia spessissimo protagonista di eventi come sagre, expo, e festival di ogni genere che ogni anno nel mondo fanno da sfondo all’incontro fra produttori locali o nazionali ed avventori pronti a godersi la loro birra preferita in occasioni di condivisione uniche oppure vedono la partecipazione di curiosi intenti a scoprire quella varietà locale unica nel suo genere che aspetta solo di essere scoperta, gustata ed apprezzata.



Come è ovvio, il mercato della birra, così come ogni area commerciale, richiede un bilanciato rapporto fra investimenti finalizzati alla sua produzione ed il riscontro da parte dei consumatori.

Ma quali sono le carte che il commercio della birra può giocare a suo favore per affermarsi e mantenere la sua posizione in un contesto di globalizzazione?

Produrre birra significa godere di un ruolo potenzialmente molto attivo nell’economia di un Paese, come anche il nostro, in cui sebbene si viva un contesto di crisi economica non si rinuncia agli elementi tipici o comunque di largo consumo sulle nostre tavole.

A confermarlo sono dati statistici, secondo i quali nel 2012 il consumo della birra riguarda il 45,8 % della popolazione.



La produzione della birra possiede un grande punto di forza che può permettere ai produttori di qualsiasi livello di affermarsi e anche di superare la competizione, soprattutto da parte dei colossi internazionali della birra. Tale punto di forza non risiede, al contrario di quanto avviene in gran parte delle aree commerciali contemporanee, solo nella persuasività di spot pubblicitari perfettamente orchestrati e non soltanto nell’artificiosità della brand image, dietro la quale si celano rigorosissimi processi produttivi di pari dignità rispetto a quelli tramandati di generazione in generazione dalle più piccole realtà economiche locali.



Sin dall’epoca delle prime civiltà mesopotamiche, la birra ha dissetato con gusto innumerevoli generazioni non solo del Medio Oriente, ma anche di Europa, America, e di tutte quelle aree geografiche in cui il consumo di tale bevanda si è diffuso in modo capillare nel corso dei secoli.



L’asso nella manica del commercio di birra è dunque insito nel naturale incontro fra chi produce e chi, per tradizione, consuma questo tipo di bevanda che, per le sue specifiche proprietà (il sapore frizzante, la dolcezza o il gusto tipicamente amaro e via dicendo) si è imposta dai tempi più remoti innanzitutto come complemento ottimale dei pasti, ed in tempi più recenti come veicolo di socializzazione o mezzo per soddisfare un puro piacere personale.



Guardandoci un po’ attorno, inoltre, possiamo vedere come anche la birra è ormai entrata a far parte della schiera di prodotti della natura (a volte anche i più impensabili), di cui se ne decantano virtù per il benessere del proprio corpo e la cura della casa, secondo la generale tendenza a ricercare nella natura e nella tradizione soluzioni low-cost mirate a raggiungere risultati ottimali per le nostre attività quotidiane e a combattere creativamente la crisi.





C’è sempre, dunque, un buon motivo per brindare con un bel boccale, per allestire eventi e fare passaparola su qualcosa che riguarda la birra e le sue proprietà e che ci interessa sapere.



Finché così sarà, il valore della birra si costruirà ancora nel quotidiano, a partire dalle nostre attività di socializzazione e dai nostri bisogni più immediati.
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